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Geometrie di luce, tra sogno e realtà

La città di Firenze, con i ponti, i palazzi storici, i vicoli del centro. Gli antichi borghi medievali incastonati sulle pendici delle colline o arrampicati in cima alle alture. E ancora: la volta celeste, la distesa marina, i filari d’alberi lungo i sentieri del bosco. Frammenti di realtà che compongono l’immaginario pittorico di Roberto Loreto, artista fiorentino alla sua prima importante mostra personale. Le opere esposte ne illustrano l’evoluzione stilistica, dagli esordi ai recenti sviluppi, mettendo in risalto il passaggio dai valori descrittivi delle prime realizzazioni alla più recente sintesi compositiva. Le ultime opere mostrano, infatti, una semplificazione geometrica dello spazio dipinto, che sostituisce la profondità prospettica con un continuo sovrapporsi di piani e volumi. Una visione prismatica del reale, raggiunta duplicando e moltiplicando gli elementi figurali, come in un gioco di specchi. Il cielo è un intarsio di colori che intersecano il paesaggio sottostante, in una dinamica alternanza di raggi luminosi e tasselli cromatici. Le case, poliedri colorati di tadiniana memoria, si affastellano in ordine sparso, come fogli carta sparpagliati dal vento, mentre i tetti, dalla forma conica, sembrano frecce in fuga verso impossibili bersagli. Un mondo visto o sognato, filtrato di fantasie e ricordi, dove il tradizionale ordine delle cose appare incredibilmente rovesciato. Alle geometrie del colore, ottenute stratificando le pennellate in diversi passaggi, corrispondono gli effetti di rifrazione e diffrazione della luce, che scompagina il soggetto raffigurato, fino a confonderlo con lo spazio circostante. Tinte brillanti e toni notturni descrivono scenari dominati dal sogno e dal silenzio, città impossibili e paesaggi immaginari, dove non è ammessa la presenza dell’uomo. Memore delle avanguardie – dalla scomposizione cubista al dinamismo plastico futurista, passando attraverso il raggismo russo -, Loreto ne reinterpreta la lezione con rigore e sensibilità. Ne deriva un linguaggio autonomo e riconoscibile, capace di coniugare le raffinatezze quasi astratte del colore con una trascrizione lirica della realtà.

Daniela Pronestì

Fragments of Light: Between Dreams and Reality

The city of Florence, with its bridges, historic buildings, and narrow streets in the heart of the city. Ancient medieval villages perched on the slopes of hills or atop mountains. The sky, the sea, the rows of trees along forest trails. These are the fragments of reality that make up the pictorial imagination of the Florentine artist Roberto Loreto in his first major solo exhibition. The works on display illustrate his stylistic evolution, from earliest to most recent developments, highlighting the transition from more representational approaches to a more synthetic mode of composition. The latest works show, in fact, a geometrical simplification of space, which replaces perspectival depth with continuously overlapping planes and volumes. A prismatic vision of reality, achieved by duplicating and multiplying the figural elements, as in the play of mirrors. The fragments of sky intersect the landscape below, in a dynamic alternation of light rays and color blocks. The colorful Tadini-esque houses pile up, seemingly at random, scattered like papers in the wind, while the conical roofs resemble arrows shot at impossible targets. A world seen or dreamed, filtered through fantasies and memories, where the traditional order of things seems to be overthrown. These geometries of color, obtained by layering brush strokes, match the reflective and diffractive effects of light, which breaks up the depicted subject and melts it into the surrounding space. Brilliant colors and nocturnal tones describe scenarios dominated by dreams and silence, improbable cities and imaginary landscapes, where the presence of man is not allowed. Mindful of the avant-garde – Cubism’s multiple viewpoints, Futurist dynamism, Russian Rayonism – Loreto reinterprets their lessons with rigor and sensitivity. The result is an autonomous and recognizable visible language, which combines refined abstractions of color with a lyrical transcription of reality.